Regia di François Truffaut vedi scheda film
Francois Truffaut dichiara il suo amore per il mestiere di cineasta, girando un film meta-cinematografico, che smitizza il cinema inteso hollywoodianamente come fabbrica dei sogni, lasciandone trasparire la matrice di finzione. Contemporaneamente, il maestro francese esalta le potenzialità del lavoro corale, sottolineando quali intrecci e quali problematiche si nascondano intorno alla realizzazione di un prodotto finito.
La storia riguarda per l’appunto una troupe cinematografica che negli studi di Nizza sta realizzando un film. Con esso si verificano tutti gli alti e bassi che una lavoro collettivo possa comportare: storie personali si intrecciano con la fiction cinematografica, col regista che un po’ è mentore, un po’ vittima di un sistema che non lo vede dormire tranquillo la notte, ma che gli dà anche la forza per vivere. La visione di “Effetto notte” è piacevole, ma il film lascia strascichi anche successivamente alla visione: ricordando una battuta qualsiasi del film non si può che apprezzare il fatto che Truffaut abbia disseminato la pellicola di riferimenti meta-cinematografici che aiutano lo spettatore, che ha sempre visto un prodotto cinematografico in maniera asettica e quasi mitica, a considerare il mondo della settima arte sotto un nuovo punto di vista.
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