Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Buon film di Bergman, realizzato prima dei suoi capolavori, in un tono da commedia, pur non rinunciando ai temi preferiti e consueti del regista. Se la trama è abbastanza convenzionale, già vista più volte in una miriade di film specialmente francesi e americani, la realizzazione è piuttosto originale, con una struttura a flashback che interseca i sogni dei protagonisti. Anche se siamo lontani anni luce (e non soltanto cronologicamente) da Tarantino, che cura maniacalmente la struttura dei suoi film, le soluzioni adottate da Bergman sanno di vita vissuta da persone mature che ogni tanto giocano a fare i bambini, rendendo anche più vitale una relazione coniugale che va logorandosi, ma che non riesce a finire anche grazie alla presenza del goffo e improbabile amante Carl Adam, di professione scultore e beone.
Insomma, "Una lezione d'amore" sembra un gioco del regista, ma se anche Arlecchino burlando si confessava, qui Bergman non rinuncia a porre due o tre temi che ne caratterizzeranno la carriera registica. La scena più importante, in questo senso, è il colloquio della figlia Nix con il nonno, che afferma di non avere paura della morte e di credere in un'altra vita. Anche lui scherzando rivela alla nipote le convinzioni più importanti della sua vita. I rapporti tra coniugi, anch'essi un tema ricorrente nella cinematografia bergmaniana, saranno sviluppati in maniera più distesa, ma anche più prolissa, in "Scene da un matrimonio".
Eccellente la coppia dei protagonisti, con Björnstrand che interpreta magistralemnte questo "ginecologo che non capisce le donne" e la Dahlbeck, che da moglie distaccata si trasforma in Erinni per gelosia.
Non somiglia minimamente a Ingrid Thulin (la Lombard ha anche i capelli scuri).
Non è mora.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta