La recensione su Crisi

di ethan

7 stelle

Nelly (Inga Landgré), una diciottenne, vive con Ingeborg (Dagny Lind), una insegnante di piano, una esistenza placida e tranquilla in una piccola cittadina in riva al mare,corteggiata da Ulf (Allan Bohlin) quando la vera madre, Jenny (Marianne Lofgren) torna e la invita a raggiungerla a Stoccolma a lavorare in un centro estetico.

'Crisi' è il film d'esordio di Ingmar Bergman, che ha tratto la sceneggiatura dal romanzo di Leck Fischer, imperniato sul contrasto tra le generazioni e tra la vita di città - dove la gente è sottoposta a molteplici distrazioni di ogni sorta - e quella di campagna, più calma e sonnolenta. I temi di fondo però sono ben altri, come ad esempio la vita paragonata ad una recita - la voce fuori campo che apre e chiude la storia dice: ''Si apre il sipario'', Jack (Stig Olin), mentre corteggia Nelly, paragona gli astanti al ballo a dei burattini, usa frasi artefatte e finge continuamente per i suoi secondi fini - la difficoltà nel trovare la felicità nelle proprie esistenze, il suicidio e le figure femminili, quasi sempre predominanti rispetto a quelle maschili, elementi che ritroveremo tutti ricorrenti nelle opere a venire, più mature di questo che, peraltro, non è un film disprezzabile.

Buona sia la composizione dell'inquadratura sia l'uso del paesaggio naturale e viceversa non ancora scorrevole dal punto di vista narrativo, con scompensi sparsi in più punti ma soprattutto già notevole l'introspezione psicologica dei personaggi ed il livello della recitazione di tutto il cast che , tranne Inga Landgré, non vede ancora tra i protagonisti quel ristretto gruppo di attori che, grazie a Bergman, sarebbe divenuto famoso tra gli appassionati di cinema di tutto il mondo.

Non tutti i grandi maestri hanno esordito con il loro 'Quarto potere', ma 'Crisi' è un'opera prima degna del nome che la firma.

Voto: 7 (v.o.s.).

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