Regia di Mitja Okorn vedi scheda film
Sceneggiato egregiamente, raccontato con garbo e professionalità specialmente nelle fasi iniziali che narrano dell'infanzia del protagonista, originale e oscillante tra diversi registri (tra i quali il più indovinato è quello "brillante"), questo film del polacco
Mitja Okorn si lascia ben volere per buona parte. Va però un po' perdendosi a partire dalla fase londinese, dove il mordente reso dai vari personaggi all'inizio si diluisce in un'eccessiva ricerca di troppe soluzioni/strade, pur nel nobile tentativo di rafforzare quella struttura narrativa che invece, a mio avviso, finisce per essere un po' stucchevole e, data la durata non indifferente del lavoro, anche un po' noiosa.
Ma il vero punto debole del film è a mio avviso la scelta dell'attore protagonista Eryk Kulm, di per sè certamente bravo (come brava è la sua parnter Adrianna Chlebicka), ma con un naso troppo dritto, pronunciato e sano per poter impersonare il ruolo di un "Bokser" e, magari solo per noi italiani, inquietantemente somigliante al Giacomo del nostro trio comico (con Aldo e Giovanni), cosa che gli toglie evidentemente molto della sua credibilità.
Debole (forse volutamente) la sottolineatura politica (nonostante i rimandi delle didascalie iniziali e finali), ma di questo non ne farei un problema. Tutto sommato carino, una buona regia per una storia che, armati di un po' di pazienza, si riesce a godere abbastanza.
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