Regia di Marlen Khutsiyev vedi scheda film
duecento minuti di immagini semplici e strazianti, dal cuore profondamente sovietico:la densità di un dolore irragiungibile e raffinato. Seguendo la scia di certa letteratura (pesante si, ma indimenticabile, mi viene in mente mandel stam ad esempio), i colori si fanno eloquenti e nascondono le parole.Pochi dialoghi (è un classico) e suoni superficiali celano flussi di coscienza mai banali... ed è lo spettatore piu attento che va oltre, che si innamora del personaggio,tenero amico da psicoanalizzare, del tempo folle e del cielo sublime che schiaccia le anime piu pavide.
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