Regia di Marlen Khutsiyev vedi scheda film
Non lapidate questo film solo perchè non siete capaci di fermarvi un attimo a pensare. Certo, non è un capolavoro e la noia fa capolino in alcuni momenti, ma è comunque un buon film. Non mancano i momenti di poesia, specie nelle immagini girate per le strade negli ultimi mesi della russia sovietica, e specie quando si sente lo splendido preludio in Fa minore di Bach. E' un film introspettivo, meditativo, riflessivo. Il protagonista è un uomo con disagio interiore, insoddisfatto, che si chiede che senso abbia la sua vita e quasi gli mancano le forze per tirare avanti. Non ha problemi materiali veri e propri, ma si sente vuoto e inutile. Tuttavia non è affatto un film disperato. Belle immagini campestri, ruvide vedute cittadine, ma spesso poetiche. Il regista attinge a piene mani - senza preoccuparsi di dissimulare una rielaborazione - da Tarkovskij, ma lo fa col suo cuore. Se vi pare troppo tutto in una volta, guardatelo in tre rate. Ghezzi è quello che è (narcisista, autoreferenziale, lunatico), ma senza di lui questo e tanti altri film in Italia non li vedremmo neanche col cannocchiale. Certo, i fan del cinema d'azione americano e dei blockbuster si astengano. Per il resto, voto 7.
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