Regia di Tim Burton vedi scheda film
Pare che Tim Burton fosse un ragazzino con qualche problema di socializzazione. Lui stesso riferisce di aver avuto spesso difficoltà a intrattenere amicizie e, probabilmente, proprio per questo suo modo d'essere a volte si isolava passando il tempo a disegnare. Grazie a uno di questi disegni infantili nascerà in seguito questa bellissima fiaba surreale, satura di significati su tutto ciò che invece più reale non potrebbe essere. Nel susseguirsi delle vicende del povero Edward, figura linda e indenne da qualsivoglia meschinità umana, ruota una serie di riuscitissmi ritagli di vita americana in stile naif. Senza riassumere la trama, ormai arcinota, credo di poter affermare che siffatta favola post moderna, se vista con la giusta chiave di lettura, sia in grado di emozionare anche le fascie meno giovani. La maestria di Burton permette alla percentuale di apparente infanzia, che ancora alberga in ognuno di noi, di affiorare e poter così condividere le traversie del "diverso" Edward, prima accettato e poi cacciato. Il contesto, come in ogni fiaba, è limitato all'essenziale: sulla collina, dove nessuno mette mai piede, la tetra casa decadente dove Edward ha preso vita e, più in basso, le case della cittadina, tutte perfettine e colorate. Le altrettanto colorate casalinghe, alla "Desperate Housewives", con i loro mariti perfettamente sincronizzati e coordinati in ogni azione quotidiana, impersoneranno le ipocrite figure con le quali Edward dovrà a sue spese imparare a rapportarsi. Ma...,come nella realtà, anche qui si scoprirà che le persone non sono tutte uguali.
Da sottolineare l'eccellente prestazione di Jhonny Depp che ha saputo immedesimarsi nella non facile parte del "diverso" Edward in modo magistrale. Occorre senz'altro riconoscere che nei panni di personaggi fantasy, come già ha dimostrato in altre occasioni, parrebbe davvero non avere rivali.
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