Regia di Tim Burton vedi scheda film
All'epoca quando questo film uscii nelle sale, Burton, reduce dal successo mondiale di Batman, era atteso al varco. La sua fama volava già alta nei primi '90, anche con pochi titoli all'attivo e Edward Scissorhands ne decretò il giusto e definitivo lancio nell'immaginario cinematografico mondiale. Dopo il blockbuster, il regista americano punta tutto sull'intimismo di una favola gotica, semplice e commovente, con un sano non-lieto fine ed una forza evocatrice ed espressiva efficace (che verrà ripetuta in forma più sterile in molti altri lavori successivi), capace di conquistare il cuore dei teenagers sognatori e non solo. La figura del 'mostro' è trattata con un'umanità ed una onestà genuina, ribaltando il ruolo negativo e identificandolo con il mondo represso e ipocrita di una immaginaria provincia americana. Il controllo sulla produzione fu decisivo, permettendo di ricreare questo mondo variopinto e di utilizzare attori graditi al regista (Price era un suo mito assoluto), così ben inseriti nella vicenda da garantirgli un trampolino di lancio decisivo nello star system (è inutile fare i nomi...). Rivisto dopo più di ventanni (lo noleggiai a 16 anni in vhs appena uscito) non perde il suo fascino semplice e poetico rimanendo uno delle opere più belle e personali di Tim Burton.
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