Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Tutto come ci si potrebbe aspettare. Lei, lei e l'altro: un triangolo di passione che, proprio perchè pienamente cosciente della sua impossibile sopravvivenza, decide di darsi una fine da sè, lucidamente. Liliana Cavani riadatta all'epoca e ai luoghi del nazismo La croce buddista, un romanzo di Junichiro Tanizaki, scrittore giapponese della prima metà del ventesimo secolo, noto per i risvolti erotici dei suoi racconti. Ad affiancare la regista in sceneggiatura c'è Roberta Mazzoni, già aiuto regista in La pelle (1981) e futura co-sceneggiatrice anche per Francesco (1989); Interno berlinese è un lavoro formalmente compiuto (fotografia elegante di Dante Spinotti, Mastroianni al montaggio, Donaggio alle musiche) il cui respiro è tutto nell'atmosfera patinata che avvolge la storia. In quanto ai contenuti, però, c'è davvero poco di cui esaltarsi: un ritmo sonnolento accompagna lo svolgimento del più classico dei triangoli d'amore e passione, in una storia nella quale neppure gli interpreti (Gudrum Landgrebe, Mio Takaki, Kevin McNally), pur sufficientemente dotati, riescono a fare la differenza. In parti laterali ci sono anche Massimo Girotti e Philippe Leroy. Ancora una volta la Cavani scimmiotta Visconti, ma non riesce a giungere a risultati altrettanto intensi. 5/10.
Berlino, 1938. La bella figlia dell'ambasciatore giapponese seduce la moglie di un funzionario ministeriale tedesco. Il quale si inserisce ben presto fra le due donne, per dare luogo al più classico menage a trois. Tragedia in vista.
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