Regia di Teresio Spalla vedi scheda film
Come per gli alimenti, anche i film tenuti troppo tempo in freezer, una volta scongelati, possono rivelare brutte sorprese... È purtroppo anche il caso di Cuori perduti, film tenuto in naftalina per qualche anno e tirato fuori dell’afa di luglio. La storia è quella di Guido, poco credibile ex marinaio reduce dalla Guerra del Golfo, che riapproda nelle dinamiche scellerate della sua famiglia, degli amori, degli amici e della borgata, che il tempo non ha dissolto, semmai complicato. Guido non riesce a reinserirsi nella vita, distratto da amori incestuosi, amori del passato e amori buoni forse per il futuro, e il lavoro non pare interessarlo. Anche l’esperienza della guerra, alla fine, filtra attraverso la sua esistenza inconsistente come la visione di un brutto film in un pomeriggio d’estate. Il film sembra mostrare l’ambizione di farsi contenitore di pulsioni cinefile, di rivisitazioni post post pasoliniane della borgata, di rappresentazioni della vacuità dei rapporti umani, della Storia (vedi Guerra del Golfo), il tutto raccontato come una soap. Ciò che ne esce fuori però è solo un concentrato di banalità che diffondono un umorismo involontario, come i personaggi della zia ninfomane o della anchorwoman tuttofare dell’improbabile Tv privata che ha le fattezze prosperose di Manuela Arcuri, la quale, bontà sua, non lascia il pubblico a bocca asciutta, mostrando il suo invidiabile seno alla fine del film. Per chi sa aspettare...
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