Regia di Sandra Goldbacher vedi scheda film
Sarà solo una coincidenza ma il tormentone di quest’estate cinematografica 2003 sembrano essere le storie d’amicizia! Così dopo quella "romantica" e divertente raccontata nel film francese "Tandem" e dopo la strampalata e combinaguai coppia d’amici di "Kangaroo Jack", ecco arrivare nelle nostre sale l’amicizia al femminile di "Me without you" della regista Sandra Goldbacher. Attraverso due decenni seguiamo la nascita ed evoluzione dell’amicizia tra Holly e Marina che ancora bambine (Londra anni ’70) stabiliscono un patto: essere amiche per tutta la vita! Per l’inquieta ed imprevedibile Marina (Anna Friel, viso volitivo, sfrontato ed immensamente fragile) con un padre dall’apparenza affascinante ed una madre dipendente dai sedativi, Holly (Michelle Williams, viso dolce, arrendevole ed immenso bisogno d’amore) rimane l’unica costante in una vita segnata da genitori divorziati, droghe sperimentali e auto-distruzione moderna. Nello stesso tempo Holly , frustrata da una madre iper protettiva e dall’insicurezza che tormenta ed affligge la sua bellissima e possessiva amica del cuore, s’immerge nella lettura. Tiene nascosto soltanto un segreto a Marina: la sua crescente passione per Nat, suo fratello. Mentre gli anni passano le ragazze sperimentano tutto quello che la vita può offrire loro - sesso, amore, sconfitte e rock and roll. Ed alla fine , per Holly, l’amicizia che non è mai stata vissuta alla pari comincia ad essere come una trappola. Sandra Goldbacher affronta questo viaggio nel Tempo ricorrendo a precise e stereotipate caratterizzazioni ambientali (musiche, costumi, scenografie immediatamente restituiscono il sapore dell’epoca!) ma non riesce a creare un fluido arco narrativo limitandosi a dar vita a singoli e sfilacciati siparietti che superficialmente ci restituiscono la complessità, la forza, il mistero e la magia di un rapporto assoluto e vitale come l’amicizia. Così tra feste di capodanno, di matrimoni e di annunciate gravidanze, si arriva ad un finale appicicaticcio che non rende merito alla forte e valida idea originaria del soggetto: raccontare dell’ossessione e soffocamento di un sentimento come l’amicizia che, al pari dell’amore, necessita di emozioni forti e totalizzanti.
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