Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
film di Pasolini sulla "colpevolezza dell'innocenza", film autobiografico e nn solo...autobiografico perchè il poeta bolognese riconosceva cn consapevolezza e lucidità di avere il complesso di Edipo (del resto è lapallissiano nella sua biografia il grande amore x la madre e l'odio x il padre) tanto che fa iniziare il suo film nella bologna degli anni '20 e lo fa finire nella stessa città ai suoi giorni (1967) inserendo con una struttura a cornice il mito greco di Edipo. Il mito di Edipo viene letto in maniera originalissima con una scenografia inconsueta quale quella del Marocco, come se ormai solo il Terzo Mondo, secondo Pasolini, potesse essere l'unico erede del mito; ma il deserto in cui vaga Edipo è simbolo dell'incomunicabilità e della desolata solitudine a cui è condannato l'uomo moderno il quale finge di nn vedere la verità perchè essa è troppo terribile da accettare; ed ecco la grande colpa di Edipo, quella di nn aver voluto "vedere" fino alla fine il terribile destino che lo sovrastava, proprio x questo motivo l'eroe x autopunirsi si accieca, in questo modo perderà la vista che nn aveva avuto e ne acquisirà un'altra ben più profonda. Dietro questo messaggio c'è anche la definizione del nuovo ruolo dell'intellettuale che nn può rifiutarsi di nn vedere, che deve x questo testimoniare verità anche scomode fino a scandalizzare ed essere egli stesso oggetto di scandalo... (come è avvenuto x Pasolini stesso). Grande interpretazione di Franco Citti e della Mangano. voto: 9/10
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