Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Lo sceneggiatore Dixon Steele viene coinvolto nell’omicidio di una ragazza che era stata a casa sua subito prima di essere uccisa: la polizia sospetta di lui, ma una vicina lo scagiona e gli resta al fianco aiutandolo nel lavoro; i due progettano di sposarsi, ma lui è un tipo collerico e in certe occasioni può diventare pericolosamente violento (come si vede fin dalla prima scena, nella quale attacca briga con un automobilista). Bogart ha un personaggio ambiguo, ombroso, tendente allo psicotico, e fino alla fine il film evita abilmente di sciogliere i dubbi sulla sua innocenza. Però intorno a lui le cose funzionano meno: troppo repentino l’innamoramento di Gloria Grahame per uno sconosciuto, e soprattutto troppo frettoloso il modo in cui il caso viene risolto fuori scena (apprendiamo che il colpevole ha confessato, tutto qui: neanche una parola sul suo movente e sul modo in cui la polizia l’ha incastrato). Anche l’ambiente del cinema resta sullo sfondo: solo il personaggio di un attore in declino e mezzo alcolizzato ci ricorda che Norma Desmond è lì da qualche parte.
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