Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Sciocco titolo italiano per un grande film di Nicholas Ray, certamente annoverabile tra i suoi capolavori. Il centro dell'opera è certamente il personaggio di Bogart, scavato e analizzato in profondità. Ne esce un ritratto umano a due facce. anche se non nel senso che sia un falso o un ambiguo. E' fondamentalmente buono, generoso, sa anche amare, ma è molto iracondo, cioè appena uno lo offende o lo provoca va su di giri e si trova - quasi senza accorgersene - a commettere atti di violenza, anche su chi ama. La sua nobiltà sta nel prendere atto di questa sua perversione e nel compiere scelte coerenti anche se dolorose. La regia è secca e decisa, gli attori (Bogart in testa) sono tutti bravi, e davvero notevole è il lavoro di studio psicologico, fattore che latita decisamete nel cinema contemporaneo (più dedito all'azione e all'effetto effimero e di superficie). La tensione che si respira nel film è alta, specie da quando lei inizia a sospettare l'inquietante parte del carattere dell'uomo amato. A questo proposito, è interessante il veto interiore che lei sente verso di lui, sintomo di persona assennata, con un interiorità equilibrata e sana. Quante altre donne, ieri e oggi, avrebbero voluto comunque rimanere con lui, e anzi sarebbero state ancor più attratte da quella cattiveria latente? Comunque, il personaggio di Bogart suscita sincera compassione, poiché non è il malvagio nel vero senso. Appena torna in se stesso dopo gli eccessi d'ira si pente sinceramente del male commesso e cerca anche di ripararlo. Solo che qualche volta - come nel caso dell'omicidio sfiorato nella scena finale - il male può essere irreparabile.
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