Regia di Carlos Sorin vedi scheda film
Estate al cinema non vuol dire soliti blockbuster fracassoni che importiamo caldi caldi dall’America sperando di ripetere gli stratosferici incassi delle sale a stelle a striscie! Ma deve significare soprattutto proseguire una stagione cinematografica che, nella specificità del nostro cinema, è più che mai necessario per non sovrapporre (e quindi non rischiare di penalizzare), listini di titoli molto ricchi ed alcuni dei quali bisognosi di una mirata distribuzione cinematografica. E così di certo non passeranno inosservati, tra motori "fast and furious" e "Charlie’s Angels" più indiavolate che mai, i titoli che quest’estate la Mikado lancerà nelle sale e "se il buongiorno si vede dal mattino" il primo ad arrivare sugli schermi "Piccole storie" di Carlos Sorin lascia sperare che ci sta muovendo nella direzione giusta. Piccolo gioiello di finezza registica, scrittura sincera e dialoghi mai banali e di prova d’attori fortemente emozionante, il terzo film del regista Sorin (nell’86 il suo esordio "La Pelicula del rey" vinse il Leone D’Oro a venezia) racconta le piccole vite di tre personaggi che attraversano le strade solitarie della Patagonia del sud. Don Justo, 80 anni, viaggiando in autostop cerca di raggiungere San Julian alla ricerca del suo cane smarrito e per risolvere alcune questioni in sospeso con la sua coscienza. Roberto, 40 anni, rappresentante di commercio, è alle prese con "l’affare" più importante della sua vita: "vendere" il suo cuore innamorato alla vedova di un suo cliente. E la giovane e povera Maria in viaggio con la sua piccola bambina per partecipare ad un quiz televisivo e così rimanere incantata dalle luci e dall’occhio della piccola telecamera. Tre "Piccole storie" che si incrociano nelle rare aree di sosta lungo le strade deserte della Patagonia, sogni che si incontrano, si sfiorano e ci regalano (merito dello sguardo di Carlos Sorin mai pietistico o compassionevole e di un terzetto d’attori protagonisti in stato di grazia: Javier Lombardo/Roberto, Javiera Bravo/Maria e lo straordinario debuttante Antonio Debennedicti/Don Justo, per anni meccanico addetto alla colatura) e ci restituiscono la magia di un cinema umano, vitale ed assolutamente necessario!
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