Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
Nella New York post torri gemelle il terrore può davvero arrivare da ogni parte. Stavolta corre sul filo del telefono e piomba in una cabina, eletta “ufficio” atipico da Stuart Shepard (Colin Farrell), un piccolo cialtrone, affabulatore e dongiovanni, che campa di espedienti. Un misterioso interlocutore lo contatta nella cabina e lo minaccia di morte se riattacca il telefono. Stuart all’inizio crede di trovarsi su scherzi a parte, ma quando la “voce” inizia a dare credito alle sue minacce uccidendo ignari passanti attorno a lui con un fucile telescopico, per lui comincia una rapida discesa agli inferi, perché il suo interlocutore lo costringe a gettare le sue numerose maschere e a contattare le persone care per confessare ciò che egli realmente è: un uomo senza qualità e morale. Joel Schumacher si concede un divertissement e sfruttando un canovaccio non proprio di primo pelo, a poco a poco costruisce una tensione che ti avvolge e avvince. Il thriller poi inizia a sfumare e a confondersi nel dramma personale di Stu il quale, pur non avendone le qualità morali, si trasforma in una moderna versione laaica di Giobbe. Il suo misterioso interlocutore è onnipotente come un dio e sembra essere dappertutto. Stu, viene sottoposto a un supplizio che non sembra aver fine e il suo personaggio perde la sua originale baldanza per afflosciarsi. Interessante il lavoro di Schumacher che approfitta al meglio del set metropolitano per costruire un ordito sempre inquietante e pieno di pathos.
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