Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
Thriller claustrofobico girato attorno ad una cabina telefonica. Steward Shepard, detto Stu (Colin Farrel), è un pubblicitario di quart’ordine che tiene in scacco tanti piccoli personaggi nel suo mondo lavorativo perché solo così si uò sentire grande. Ama Kelly (Radha Mitchell), ma sta intrattenendo una relazione segreta con Pam (Katie Holmes). Proprio dopo una telefonata a quest’ultima da una cabina telefonica, Stu rimane intrappolato al telefono perché un mitomane lo tiene sotto tiro da una finestra. In suo soccorso arriverà il capitano Ramey (Forest Whitaker).
Il film è molto intenso e concentrato: nonostante duri 73’ scarsi, si ha l’impressione che un minuto in più o in meno avrebbero potuto trasformare un ragù corposo in un sugo annacquato. L’unità di spazio prettamente teatrale, la recitazione intensa e la tensione (il killer mitomane ha perennemente sottotiro il protagonista) sono gli ingredienti di questa bella pellicola che gioca tutte le sue carte correndo a mille all’ora (magari, visto la scenografia, correndo sul posto).
Joel Schumacher, che di originale non ha mai avuto granché, ritaglia pezzi di thriller ed horror qua e la e nel ragù ci infila un polpettone: il killer redentore si è già visto (per esempio in “Saw”), ma anche di mitomani vendicatori il cinema ne è pieno, così come di secondi finali a sorpresa, dopo un presunto finale scontato. Eppure Schumacher sa dove piazzare le sue esche e lo fa in maniera quasi inimitabile, rendendo un film piacevole. Colin Farrel è bravo, Whitaker (che a tratti sembra il tenente Colombo per come si muove) è magistrale, le due donne hanno invece talmente poco spazio che la loro performance è ininfluente. Anche qui finale sospeso per un sequel potenziale che chissà se si farà mai.
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