Regia di Piero Ballerini vedi scheda film
Nella Sicilia di inizio ventesimo secolo un nobile decaduto riesce a farsi amico un uomo ricco e potente fino ad architettare il matrimonio fra sua figlia e il figlio dell’uomo.
La commedia Sua Eccellenza di Falcomarzano, pubblicata nel 1921 dal catanese Nino Martoglio, viene trasposta su pellicola poco più di vent’anni più tardi con una sceneggiatura firmata da Mino Caudana, Piero Ballerini e (Renato) Angiolillo, quest’ultimo accreditato solo con il cognome nei titoli di testa. Ballerini e Angiolillo sono inoltre i registi dell’opera, un filmetto indiscutibilmente leggerino, ma non per questo tirato via e che punta essenzialmente a fornire un’ora e mezza di evasione spensierata al pubblico dello Stivale. Si consideri che ci troviamo nel 1943 e il cinema nostrano versa in difficili condizioni; Ballerini non ebbe però particolari problemi a continuare a lavorare in quegli anni di seconda guerra mondiale – come non ne ebbe nei precedenti anni di regime – in quanto aperto sostenitore mussoliniano (cose che ovviamente gli rese altrettanto complicata la prosecuzione della carriera alla caduta della dittatura fascista). Per Angiolillo si tratta invece dell’unica regia; non un lavoro mal assemblato, come già rilevato, ma che non ha granchè da dire e che, come lo spirito dei tempi (altrimenti detto censura) voleva, non si spinge neppure troppo avanti in quanto a critica sociale. Nel cast troviamo Luigi Almirante, Nerio Bernardi, Oretta Fiume, Clelia Matania, Adriano Rimoldi e Germana Paolieri, con particine anche per Turi Pandolfini e Umberto Spadaro. 3,5/10.
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