Regia di Kevin Smith vedi scheda film
Sproloquio e provocazione. Evviva!
Sproloquio e provocazione. Con queste due parole si potrebbe sintetizzare Dogma, sebbene prima che inizi il film Smith si premuri di smentire le accuse. E' tutto uno scherzo. Già, ma la migliore provocazione non è uno scherzo contunuamente dissimulato? E c'è di più. Il film non inveisce sterilmente contro i massimi sistemi, semmai li mette a confronto con l'umanità, quella solita, picaresca e cialtrona, di nuovo esaltata perchè, in fondo, Smith è un umanista contemporaneo che ha scelto l'ambito microsociale come recinto dei suoi esperimenti. Ipocrisia, capziosità, viltà sono le piccole forze che crescono nella vita quotidiana, e il violento dogmatismo è il coagulo dell'azione di massa, la normale conclusione morale di chi non riesce a guardarsi allo specchio. La resa del film fa intendere la filosofia do it yourself e, in certi momenti, l'amatorialità (inquadrature con troppa aria, dialoghi senza freno), ma è impossibile non divertirsi col menage da slapstick, coi caratteri fantasiosi -e nerd- che invadono lo schermo, il gore e il demenziale, incarnato tanto nella coppia Jay-Silent Bob quanto in quella Damon-Affleck, tipi da Stangata e anche loro, per molti versi, da compatire.
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