Regia di Julie Lopes-Curval vedi scheda film
Le stagioni scorrono sempre uguali, nella località balneare della Piccardia. La bella Marie lavora in una fabbrica che raccoglie ed esporta la ghiaia del mare, sta con un fidanzato che non la capisce e ha a che fare con la famiglia balorda di lui. Ha una storia col suo capo, che a sua volta ha varie gatte da pelare tra moglie, famiglia e fabbrica. Ma la trama conta poco, in questo esordio premiato con la Caméra d’or a Cannes. Fin dalle prime scene, il cuore del film è la relazione dei personaggi con il paesaggio, il loro vagare negli stabilimenti balneari coperti dalle nuvole, nelle casette fuori stagione, le cornici astratte, quasi da fumetto, in cui sono inseriti. L’affetto fin troppo indulgente verso i personaggi, i toni che virano al rosa lezioso, vengono stemperati perciò da uno sguardo alla Magritte, da un accorto studio degli spazi e da una costruzione temporale che nel seguire il ritmo delle stagioni istilla una tenue malinconia. La Curval si era fatta conoscere come sceneggiatrice, questo copione ha seguito un lungo iter prima di essere da lei diretto. Ma le sue qualità sono proprio da mettitrice in scena. Ottima la direzione d’attori, deliziose le musiche con echi di ritornelli che non si fanno melodia.
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