Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
"Piangi? Eh? Piangi forte, piangi parecchio! Così andiamo uno pari con quello mio dell'altro giorno, eh..."
~Michele
Michele (Nanni Moretti) é uno studente universitario fuori corso, ex sessantottino che, durante un difficile periodo in famiglia e con amici, decide di aiutare quest'ultimi, tra l'altro liceali, a passare l'esame di maturità, e allo stesso tempo all'aprire un corso di autocoscienza. Tutto ciò deriva da un lungo periodo di divagazioni, dovuto nelle conclusioni di "piccole chiaccherate", che avevano una fine ridondante. Questo corso di autocoscienza finisce con la fine dell'estate. Al di fuori di questo contesto, Michele ha un difficile rapporto non solo con la famiglia (dove nel frattempo viene ospitata Olga (Lina Sastri), una ragazza schizofrenica), ma anche con Silvia (Susanna Javicoli), quale lavora come aiuto regista. Parlando chiaro, Michele é un ragazzo che non si apre molto al mondo, é molto timido, e proprio quando incontra Flaminia (Carola Stagnaro), comincia ad essere troppo obbiettivo e diretto e ciò non aiuta a migliorare la sua timidezza, ma con la quale, allo stesso tempo riuscirà ad avere un rapporto ottimale. Succede, però che, durante uno dei soliti incontri al bar con gli amici, viene riferito a Michele dell'improvvisa scomparsa di Olga, e ciò porta il gruppo ad andare a cercarla.
"Ecce Bombo" é la rappresentazione di un nuovo tipo di cinema, non solo a livello visivo, reso vivo dal notevole genio di Moretti, che in questa sua seconda pellicola mette in scena due diverse forme di crisi, quella esistenziale e quella economica, che mostrano, tramite l'inconscio e i movimenti del protagonista, azioni di vita reale che, in maniera amaramente umana, una situazione difficile che ci riporta a dover ascoltare le voci, che nel film sembrano avere un protagonismo tale da rappresentarsi automaticamente. Memorabili sono le varie scene delle telefonate di Michele, tra cui quella dell'innamoramento, oppure quando quest'ultimo, assieme agli amici, si mette ad ascoltare con particolare interesse ad ascoltare musica lirica, e quando quest'ultimi attendono l'alba per poi svegliarsi con un uomo che, in bicicletta, urla "ecce bombo!", o ancora quando, parlando di ripensamenti con Flaminia, Michele se ne esce con "va bene, ciaoo", come se il discorso non fosse servito a nulla, e ovviamente la famosa frecciatina ad Alberto Sordi, che gli costò anni di divisione dall'attore citato, che nel '96, durante un festival i due si abbracciarono, significando così un gesto di pace. Del film, oltre la significativa rappresentazione dello studente medio, e non solo, ho particolarmente apprezzato il modo in cui, in poco tempo, i genitori di Michele cominciano ad impazzire per colpa di questi continui rumori che, nelle loro testez cominciano a farsi sentire. I fastidi dell'ottusità del figlio e i problemi cui devono occuparsi saltano fuori e creano scompiglio; il personaggio di Olga ci somiglia. Vedo, nell'insieme del film un leggero accenno del grottesco e ciò ci viene mostrano tramite battute e/o situazioni da Moretti raccontate, come l'intervento durante l'esame, che stupisce lo stesso preside, ma questo é nulla in confronto all'ideologia che soltanto scene, come quella dell'autocoscienza con sottofondo musicale, possono dare. Difatti credo che la scena più rappresentativa del film sia questo: "Ecce Bombo" non lo ritengo un film comico come può esserlo un "Sogni D'Oro", che andava a criticare certi aspetti del cinema e non solo, ma il dramma fatto a pellicola. Il perché? Esso trasuda tristezza e amarezza da ogni poro, e risalta la bellezza di un certo "parlare" che hanno i protagonisti e non solo. La salvezza che essi hanno é cercare di discutere, anche se lo si riesce nel peggiore dei modi, specie da gente pessimista come il gruppo di amici di Michele. Quest'ultimo, difatti, si definisce una persona triste ma dall'aspetto teatrale, e ciò sta a significare che il suo modo di parlare non é serio: lo si evince durante la partenza di Silvia, quando quest'ultima gli dice che non sa recitare.
Che dire infine? Siamo dinnanzi ad un film storico: il personaggio di Apicella riesce ad essere ancora una volta sconvolgente e passionale allo stesso tempo.
8½.
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