Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Michele, uno studente universitario nella Roma degli anni '70, passa le sue giornate con gli amici Mirko, Goffredo, Vito. Tra un litigio con i familiari, con i quali ha un rapporto conflittuale, e un'esperienza sentimentale fallimentare, costruisce un rapporto con Olga, una coetanea sofferente di schizofrenia. In molti sono al corrente dei problemi psichici della ragazza; tra i giovani del quartiere nasce l'idea di andarla a trovare e quasi tutti si muovono, ma l'unico che giunge da lei è Michele. Nanni Moretti dirige ed interpreta una commedia grottesca, la cui trama passa in secondo piano rispetto la ricostruzione di una particolare categoria sociale, quella dei giovani "reduci" del movimento del Sessantotto. L'analisi del regista è impietosa. A distanza di alcuni anni dall'inizio della contestazione giovanile, quelli che all'epoca erano in scuole superiori ora sono studenti universitari. Mentre le lezioni si trascinano stancamente, tra un esame e l'altro - ridotti a routine dall'affermazione di un rapporto quasi paritario tra professori e candidati - questi giovani passano il loro tempo libero in bar, circoli o altri luoghi di ritrovo, discutendo lungamente di argomenti spesso futili, con assoluta inconcludenza. Le loro rare iniziative non conducono a nulla, ne' sul piano intellettuale - cinema e cultura in genere, con i quali i personaggi del film entrano in contatto, paiono assolutamente autoreferenziali - ne', tanto meno, sul piano materiale; la volontà d'impegnarsi per cambiare il mondo è ormai fiaccata da una lunga inazione e, senza dubbio, da una latente ritrosìa a rinunciare agli agi borghesi, cui tutti sembrano ben abituati. Nessuno di questi ragazzi ha un lavoro; qualcuno gestisce una radio privata, i cui "microfoni aperti" danno spazio alla voce degli ascoltatori (uno di loro riferisce dei dialoghi con uno studente africano, parlandone come di una figura mitologica). Altri vivono, sostanzialmente, a scrocco, rimediando una cosa qui, una cosa là. Michele non riesce a consolidare alcuna relazione con una donna; è inoltre in costante lite con i genitori. Ogni dettaglio dei rapporti con queste persone è oggetto di un'analisi, di cui egli trasmette e condivide i risultati, indispettendo gli interlocutori. Eppure egli è l'unico che tenta, quanto meno, di coinvolgere Olga nelle dinamiche sociali, arrivando a darle calore umano, cosa che gli altri membri della compagnia non possiedono o tengono per loro. Il protagonista è interpretato dallo stesso Nanni Moretti; appare corroso dalle nevrosi; è logorroico, polemico. Memorabile l'esplosione di rabbia in un bar, causata da un ragionamento espresso a voce alta da un avventore, di matrice "qualunquista". Mentre è allontanato dal locale, Michele urla il nome di Alberto Sordi, definendolo la ... giusta punizione per quello che, dall'alto della sua "torre d'avorio", considera con disprezzo l'italiano medio(cre). L'attrice napoletana Lina Sastri interpreta Olga. Il film è molto frammentato. La telecamera, utilizzata in presa diretta, segue, alternando sequenze molto brevi, vicende e dialoghi di ognuno dei personaggi. Nanni Moretti esprime un giudizio molto duro nei confronti dei sessantottini - o, almeno, alcuni di essi; le sue valutazioni trovano, conferma in successive letture degli eventi di quegli anni. L'utopia di questi ragazzi si è scontrata con un forte distacco dalla realtà (della quale, i personaggi del film sembrano totalmente avulsi), per poi esaurirsi nella dispersione tra mille rivoli ideologici - non ultimi quelli che hanno condotto alla violenza terroristica - nella pigrizia, nello scemare dell'entusiasmo, nella resa alle "sirene" della società dei consumi. La critica di Nanni Moretti può dunque essere condivisa o meno; è però espressa con chiarezza e coerenza ed emerge con prepotenza a conclusione della visione, di per sè non agevole ed inizialmente non coinvolgente.
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