Regia di James Mangold vedi scheda film
Dieci sconosciuti, con un loro segreto e una loro instabilità caratteriale, si ritrovano in un motel. Li portano nelle stanze poco accoglienti di quel luogo sperduto un temporale violentissimo e una catena a incastro, di incidenti, di distrazioni fatali. I dieci personaggi hanno nomi e cognomi con connotazioni geografiche: nomi-gioco e altri dettagli (si scopriranno vedendo il film) che illuminano e offuscano il concetto di “identità”. Identità degli sconosciuti-ombre (interpretati da una schiera di attori efficaci, da John Cusack ad Amanda Peet) e identità disturbata, frammentata, multipla di un pluriomicida condannato a morte (Pruitt Taylor Vince, l’attore dalle pupille in moto perpetuo). Il motel della paura diventa lo scenario dei delitti che portano all’eliminazione, uno dopo l’altro, degli angosciati ospiti e lo scenario morboso e allucinatorio di una psiche devastata. Il quinto film di James Mangold (Cop Land, Ragazze interrotte, Kate & Leopold) è un buon thriller che utilizza un’architettura a puzzle e che modula la tensione e il perturbante leggendo gli stereotipi del genere attraverso il codice criptato della follia.
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