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Identità

Regia di James Mangold vedi scheda film

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Lord Holy

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La recensione su Identità

di Lord Holy
8 stelle

Dieci piccoli indiani ...e poi non rimase nessuno. La fonte di (libera) ispirazione di questo film è il romanzo di Agatha Christie, che viene espressamente citato anche all'interno della trama, in uno dei dialoghi. Dunque si tratta di un giallo, che alterna però le scene fra due ambientazioni principali: la prima vede il giudice in attesa di riesaminare il caso di Malcolm Rivers (Pruitt Taylor Vince), omicida condannato a morte, sentenza che il dott. Mallick (Alfred Molina) vorrebbe sovvertire, per l'infermità mentale dell'imputato che ha in cura; la seconda prevede invece il motel di proprietà di Larry Washington (John Hawkes) come teatro di una serie di sfortunati eventi e coincidenze che vi condurranno i dieci malcapitati di turno. Ovvero: l'autista Edward Dakota (John Cusack); l'attrice Caroline Suzanne (Rebecca De Mornay); l'agente Samuel Rhodes (Ray Liotta), che ha in custodia il serial killer Robert Maine (Jake Busey); la prostituta Paris Nevada (Amanda Peet); Lou (William Lee Scott) e Ginny (Clea DuVall) Isiana, sposati da appena nove ore; una famiglia in crisi, George (John C. McGinley), Alice (Leila Kenzle) e Timmy (Bret Loehr) York. Evidentemente essi diverranno loro malgrado le vittime di una sequela di delitti a catena.

Se a tratti potrebbe sembrarvi un film assurdo, vi invito comunque a non perdere fiducia nei suoi confronti, perché vi assicuro che ogni dettaglio troverà la sua logica spiegazione, per quanto a prima vista possa apparire impossibile. Questo perché tendiamo spesso ad ignorare e non prestare attenzione a quelle soluzioni che riteniamo troppo scontate oppure, all'opposto, improbabili. I più esperti dovrebbero allora riuscire a risolvere il caso prima del tempo, con appagante soddisfazione. Gli altri assisteranno comunque con piacere a un intreccio ricco di colpi di scena e rivelazioni, soprattutto nel finale.

Voto: 4,5/5. Non assegno il massimo perché il confronto con quel capolavoro che è il libro è perso in partenza. E a causa di un difetto che esporrò in seguito. Per il resto, si è rivelato un thriller assai buono, mai tedioso o banale, vivamente consigliato. Originale è poi l'inizio, in cui i dieci sventurati vengono gradualmente introdotti mediante dei flashback che mostrano, per ciascuno di essi, le disavventure che li hanno condotti sul luogo.

Sulla trama

Dieci poveri negretti
qualcheduno volea chiamar:
uno, ahimè, si è allontanato,
solo nove ne restar.

Nove poveri negretti
iniziaron a litigar:
uno d'ira si rese preda,
otto soli ne restar.

Otto poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
solo sette ne restar.

Sette poveri negretti
alla fuga si voglion dar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.

I sei poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
solo cinque ne restar.

Cinque poveri negretti
con il foco stan a giocar:
un si fuse come cera,
quattro soli ne restar.

Quattro poveri negretti
il segreto stan a svelar:
un commise distrazione,
e tre soli ne restar.

I tre poveri negretti
gatto-topo vollero far:
uno infine s'immolò,
e due soli ne restar.

I due poveri negretti
stanno insieme per un po':
un lo spirito esalò,
e uno solo ne restò.

Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ma il vero lupo si rivelò,
e nessuno ne restò.

Sulla colonna sonora

Alan Silvestri si abbandona a tutte quelle sonorità ansiogene tipiche dei prodotti aderenti a questo genere.

Cosa cambierei

Parafrasando il gioco degli scacchi, ben sei protagonisti su dieci dimostrano di avere la medesima "importanza" di un pedone. Dunque non ci cureremo più di tanto della loro scomparsa. Non dico che avrei preferito tutti re e regine (come i quattro rimanenti), ma almeno qualche alfiere, cavallo o torre in più avrebbe giovato, secondo il mio modesto parere.

Su James Mangold

Ottima gestione dell'architettura a incastro. Probabilmente è fra le sue opere più riuscite.

Su John Cusack

Edward "Ed" Dakota rientra fra quei personaggi che più gli si confanno.

Su Ray Liotta

Adeguato ad interpretare Samuel Rhodes.

Su Amanda Peet

Una Paris Nevada senza infamie né lodi particolari.

Su John Hawkes

Ha la giuste espressioni per Larry Washington. Bravo!

Su Alfred Molina

Un ridotto ma significativo ruolo, il dott. Mallick.

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