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Identità

Regia di James Mangold vedi scheda film

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Gangs 87

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La recensione su Identità

di Gangs 87
7 stelle

Un temporale furioso e incessante, una qualsiasi (isolata) statale americana, un motel e dieci sconosciuti, ognuno dei quali sembra avere un passato (e qualcuno anche un presente) non troppo limpido. Ad animare la lunga notte un serial killer sfuggito ad un poliziotto poco attento.

 

Ma tu guarda cosa ho visto! Strani mi fosse sfuggito un thriller dal finale non scontato e con interpreti così interessanti come questo diretto da James Mangold, ormai oltre vent’anni fa. In una notte può succedere di tutto, direi. E la bravura del regista e dello sceneggiatore sta nel farti dubitare di tutto e di tutti, cambiando idea ad ogni sequenza. A dir poco favoloso.

 

Anche se, alla lunga, questo gioco del gatto e del topo finisce per stancare, con indizi che vengono scovati un attimo prima di essere smentiti e sospettati che passano da vittime a carnefici, in un crescendo di tensione che (ahimè) dopo aver toccato il picco massimo sul finale va dissolvendosi, la durata della pellicola ci viene in soccorso.

 

Novanta minuti infatti sono più che sufficienti a sciogliere la trama, che ad un certo punto sembra essere piuttosto intricata, e al contempo a garantire alla visione la giusta suspense che viene equamente distribuita per l’intera durata. Se fosse andato avanti ancora per qualche minuto probabilmente non sarebbe stato accolto con lo stesso entusiasmo da me medesima.

 

C’è da dire che anche la scelta del cast è stata azzeccata. John Cusack con quel suo sguardo alienato e le sue doti mediche dalla dubbia provenienza duetta brillantemente con un Ray Liotta dall’atteggiamento ambiguo e poco consono alle fattezze di un poliziotto (è lui l’inetto che si lascia sfuggire il serial killer di cui sopra) per non parlare di Jake Busey che compare in scena pochissimo eppure, con quel suo ghigno malato riesce ad annichilire lo spettatore.

 

In una trama che lentamente va svolgendosi, come un puzzle in cui i pezzi vengono aggiunti un pochino alla volta, spesso passando anche da una parte all’altra della composizione, per poi condurci ad un finale che ad un certo punto diventa intuibile ma che comunque è piacevole da guardare svelato.

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