Regia di Damian Pettigrew vedi scheda film
Non si smetterebbe (e non si smetterà) mai di ascoltare Federico Fellini mentre risponde, gentile e con una qualche misteriosa lontananza, alle domande degli intervistatori che gli si sono avvicinati per chiedere spiegazioni e conferme, per generare nuovi dubbi e ricomporre i frammenti lussureggianti di una fantasia inimitabile. Damian Pettigrew, giornalista specializzato in documentari-ritratti, tra il 1991 e il 1992 raccoglie le confessioni, le intuizioni e le bugie del Maestro. Sono le ultime conversazioni filmate con un artista che si è definito, non soltanto in questi incontri davanti alla macchina da presa di un altro, un gran bugiardo. Si può, si deve, è giusto, è sensato dare credito a chi ammette un’antica e divertita dimestichezza con la menzogna? È una domanda che può rimanere senza risposta perché qualunque risposta sarebbe superflua, rivedendo scene dei suoi capolavori, schegge (fascinose) di alcuni backstage; assaporando il Fellini secondo Benigni o Rotunno, Terence Stamp (è suo l’intervento più gustoso) o Donald Sutherland. Convinto di non dire tutta la verità, il grande Federico ci rivela il suo stupore di fronte a una foto, a un pezzo del suo cinema, quando spontaneamente si chiede chi sia l’autore di quello che sta vedendo. Si sofferma sull’oscuro abitatore che prende le redini della baracca, sul sentirsi in esilio lontano dai teatri di posa, sull’espressione di un sogno come operazione di alta matematica.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta