Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film
Filmone con tanti pregi e qualche difetto. Tra i pregi, indicherei quanto meno una ricostruzione, forse superficiale ma istruttiva, di una quarantina d'anni della storia italiana, dagli anni del sogno hippie, fino a quelli del riflusso dorato di una new age ammantata di ecologismo e tuffata nella morbida campagna toscana, passando per il Sessantotto, le proteste di piazza e gli autunni caldi, il terrorismo, l'antipsichiatria, i mondiali di calcio, le stragi di mafia, tangentopoli e via di seguito. Altri pregi sono dati dal coinvolgimento emotivo che Giordana sa creare in alcune scene di potente commozione (i funerali, gli abbracci, gli incontri furtivi ed obliqui, fino a quello molto emozionante tra Sara e Giulia, quando quest'ultima è ormai uscita dalla prigione: «mamma! ...Giulia!»), che tuttavia non sfociano mai nel patetico e nel melodrammatico.
L'aspetto negativo, che mi ha sempre colpito in La meglio gioventù, riguarda la volontà degli autori di far incastrare le vicende dei personaggi in quelle del Paese. I membri di questa famiglia Carati sono proprio dappertutto, al posto giusto al momento giusto, oppure sbagliato, dipende dall'ottica adottata, ma pur sempre sotto i riflettori. Mamma insegnante, sorella magistrato (prima antinquinamento, poi antiterrorismo, infine antimafia), fratelli studenti poi uno medico psichiatra e l'altro poliziotto, cognata terrorista, cognato alto funzionario della Banca d'Italia, amico sindacalista della FIAT e così via. In più, si nota un eccesso di buonismo in quasi tutti i personaggi (del resto è la meglio gioventù, mica la peggio...), con l'unica, parziale, eccezione di Giulia, che tuttavia alla fine della storia viene generosamente reintegrata nella famiglia (con la promessa di occuparsi del nipotino).
Sono questi i principali difetti - al di là di qualche voluta imprecisione (l'incontro al museo durante la finale del Mundial 1982, che si disputò di sera) - di un'opera complessivamente riuscita, sia sul piano storico/divulgativo che su quello puramente spettacolare, nel quale hanno un ruolo rilevante anche interpreti di valore, come Lo Cascio, la Asti e Tidona.
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