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La meglio gioventù

Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film

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La recensione su La meglio gioventù

di steno79
8 stelle

Ricordo di aver visto il film quando uscì al cinema, nel 2003, in due parti in una sala bolognese, insieme ad un'amica che accettò la sfida, alquanto temeraria, di vedere un film di ben sei ore sullo schermo gigante (non era una cinefila come lo sono sempre stato io, ma comunque non si pentì di quella esperienza). In seguito non ho avuto occasione di rivederlo. Ricordo che la redazione di FilmTv cartaceo era stata prodiga di elogi per il film, che era andato a Cannes vincendo un premio alla sezione Un Certain regard, ma allora nessuno avrebbe potuto prevedere che La meglio gioventù avrebbe sfondato anche all'estero, dove ha avuto un successo di critica davvero notevole, soprattutto negli Stati Uniti. Venendo al film, credo che la sceneggiatura di Rulli e Petraglia sia una delle più complesse ed articolate della loro produzione, e che lo sguardo gettato su trent'anni di storia italiana sia spesso acuto e rivelatore; tuttavia, ricordo che soprattutto la prima parte, per quanto ben realizzata da Giordana ed interpretata alla grande dal cast, mi diede l'impressione di essere un pò troppo debitrice di certe modalità espressive della fiction televisiva (in fondo, la destinazione originaria era proprio il piccolo schermo), soprattutto nel ritmo poco scorrevole che a tratti appesantiva l'andamento della narrazione. La seconda parte la trovai generalmente migliore, più ricca di sequenze memorabili (soprattutto quella, bellissima, in cui Adriana Asti gettava i libri del figlio Alessio Boni), più emozionante e più riuscita in certi riferimenti cinefili, come l'utilizzo di alcuni brani della colonna sonora di "Jules e Jim" di François Truffaut. Nel cast mi piacque soprattutto il bravo Luigi Lo Cascio che confermava il suo talento dopo "I cento passi", sempre di Giordana, superiore al co-protagonista Alessio Boni (che avrà un prosieguo di carriera abbastanza deludente); molto bravi anche Maya Sansa, Sonia Bergamasco, la "mater dolorosa" Adriana Asti e Fabrizio Gifuni, discreta la scoperta di Nanni Moretti Jasmine Trinca (ma il trucco del suo personaggio nelle scene finali appare francamente poco credibile).  Giordana ha mostrato in quest'opera un'ambizione paragonabile a quella del "Novecento" di Bertolucci, con risultati certamente apprezzabili ed incisivi, ma senza quella compiutezza stilistica o drammaturgica che avrebbe potuto far gridare al capolavoro, come alcuni hanno fatto.
voto 8/10 

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