Trama
Presentato in concorso a Cannes 2025, il film Romería racconta di come, per ottenere un documento necessario all’iscrizione universitaria, Marina, 18 anni, adottata da bambina, sia costretta a riallacciare i rapporti con la sua famiglia biologica. Seguendo il diario di sua madre, intraprende un viaggio verso la Galizia per conoscere i parenti del padre. Il suo arrivo riaprirà vecchie ferite, facendo riemergere traumi, segreti e silenzi legati a una generazione segnata dall’eroina e dall’AIDS.
Con il film Romería, Carla Simón torna con un’opera profondamente personale che affonda le radici nella sua storia: orfana di entrambi i genitori morti di AIDS negli anni ’80, l’autrice racconta un viaggio identitario fatto di memorie spezzate, tabù familiari e silenzi sociali. In un’epoca di transizione in Spagna, segnata dalla Movida e dalla crisi dell’eroina, Simón costruisce un film sulla trasmissione intergenerazionale del dolore e sulla possibilità di reinventare la memoria attraverso il cinema: “Quando non abbiamo ricordi, possiamo immaginarli. E questa immaginazione, messa in scena, diventa reale”.
La giovane protagonista del film Romería, Marina, è interpretata da Llúcia Garcia, al suo primo ruolo cinematografico, scelta dopo un casting tra più di 3000 candidate. Marina è fragile e risoluta, infantile e matura: una dualità che richiama direttamente l’autrice stessa. Accanto a lei, un cast composto da attori galiziani professionisti e non, tra cui una commovente nonna interpretata da una ex commerciante locale. L’autenticità è voluta: “Volevo attori che avessero vissuto da vicino gli anni ’80 in Galizia, perché la storia dell’eroina è ancora parte viva della loro memoria”, afferma la regista.
Dopo il successo di Alcarràs - L’ultimo raccolto ed Estate 1993, Simón approfondisce il tema della famiglia, da sempre centrale nel suo cinema, spostando lo sguardo verso il contesto urbano e costiero galiziano. Il film Romería unisce naturalismo e finzione, con una parte finale onirica in cui la protagonista immagina ciò che non potrà mai sapere: “Il passato può essere reinventato - afferma la regista - e questa libertà narrativa è anche un atto di guarigione”. Il film è un omaggio a una generazione dimenticata, travolta dalla libertà post-franchista e dai suoi eccessi.
Romería è un film sulla necessità di conoscere le proprie origini, anche quando la verità fa male. Un film che rifiuta il giudizio e abbraccia la complessità, proponendo il cinema come uno strumento di riconciliazione con il proprio passato. Nell’incontro tra diario intimo, ferite collettive e immaginazione individuale, Simón costruisce il proprio racconto identitario, in bilico tra ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere.
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