Regia di Dennis Hopper vedi scheda film
È un film di culto per una generazione. O almeno per una parte di questa. I film di culto non sono mai perfetti, hanno i loro bei difetti, e il film di Dennis Hopper non fa eccezione. Ma è il male minore. Racconta il viaggio di due giovani, Billy e Wyatt, che, dopo aver venduto una partita di cocaina, se ne partono con le loro moto per la volta di New Orleans. È la nascita del road movie, il genere cinematografico itinerante in cui si possono incontrare tutti gli altri generi cinematografici. Ed ecco allora intermezzi brillanti, incursioni di curiosi personaggi, uno spruzzo di carcerario, il dramma umano, l’indagine psicologica. E poi ci sono tutte le cifre caratteristiche del decennio, uno dei primi (se non il primo) film che racconta l’universo hippy e si portavoce del fortunato (e pericoloso) trinomio sesso-droga-rock ‘n roll. Infatti, c’è la musica più importante (oggi diremmo più evocativa) degli ultimi anni, da Jimi Hendrix a Bob Dylan, passando per The Byrds e The Band; i protagonisti si ritrovano tranquillamente a fumare marijuana o a farsi di qualche droga come protesta alla società benpensante e per scoprire nuovi territori. Molto probabilmente (anzi, sicuramente) il prefinale con i due protagonisti in preda ai fumi della droga è puramente autentico, e il delirio di Peter Fonda è quanto di più vero potesse riprendere una macchina da presa. Complice anche il copione, che in realtà forse neanche c’era, essendo il film tutto basato sulla naturalezza. È un film dell’anima, la libertà ne è l’inno comune e disperato ed è un pugno di schiettezza ed originalità. Ed è anche uno dei più importanti film sull’amicizia, sia dietro il set che in scena, con il memorabile intervento del sorprendente Jack Nicholson. Con alcuni momenti lenti, ed molti altri di una rapidità fluida ed irruenta, si avvale di un montaggio nervosissimo e moderno, che raggiunge il suo picco con la sequenza degli effetti della droga (al cimitero, le immagini della Madonna, i nudi femminili, i barcollamenti, le luci). Metafora della situazione storica americana, il finale con l’uccisione balorda dei due compagni è quanto di più disperato e crudele si potesse pretendere.
Jimi Hendrix, The Byrds, The Band, Bob Dylan... devo dire altro?
Voto: 7.
Memorabile partecipazione che consacrò quest'attore meraviglioso.
Un po' squinternato, un po' fuori di testa, ma il bello sta proprio in questo, nella labilità della sua recitazione.
Più tormentato del suo compagno di avventure motociclistiche ed umane, è molto bravo.
Moderna, introspettiva ed universale al contempo, nervosa. E anche sgangherata, ma il bello sta proprio lì. Chissà di quanta roba era fatto quando teneva in mano la mdp...
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