Regia di Giovanni Albanese vedi scheda film
Le tre A davanti al nome ci dicono che l’eroe è balbuziente. Siamo in Puglia. Achille balbetta da quando gli è morto il padre. Discussioni in famiglia su come riparare il difetto: psicologo? Otorino? Gargarismi con l’acqua santa? Decisione: l’intelligente Achille, inventore di giocattoli, finisce nella clinica Villa Agorà, dove la balbuzie si cura con il canto, dove incontra l’infelice Alessandra che inciampa ad ogni inizio di frase, dove c’è chi balbetta in italiano e parla bene in inglese, chi parla troppo in fretta... E dove lavora Remo, logopedista ex balbuziente, inventore di strani aggeggi nella sua stanza creativa. Prodotto da Cecchi Gori, ripescato dalla Medusa, sceneggiato da Vincenzo Cerami e dallo scultore Giovanni Albanese alla sua prima regia, musicato da Nicola Piovani, con Sergio Rubini logopedista, con la bella Hélène Sevaux e con il giovane Loris Pazienza, il film tesse l’elogio della lentezza e della calma e rimane incerto se perorare l’integrazione dei balbuzienti tra le tristi persone normali o lasciarli così: speciali, appartati. Racconto gentile, ironico e (troppo?) naïf su un handicap tutto sommato (quasi) allegro.
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