Regia di Roman Kachanov vedi scheda film
Trovato dentro a una cassetta di arance, Cheburashka viene portato allo zoo. Ma siccome è un animaletto sconosciuto alla scienza, non può essere ospitato. Cheburashka non sa dove andare, né cosa fare, finché un annuncio per strada attira la sua attenzione: un giovane coccodrillo è in cerca di amici.
Il titolo italiano, è vero, non ha molto senso: il coccodrillo del cortometraggio non è triste, non piange e non è neppure ipocrita come il modo di dire lascia intendere (le lacrime di coccodrillo sono quelle spese falsamente, per un secondo fine); eppure il titolo originale (Krokodil Gena, ovvero Il coccodrillo Gena, adottato in un secondo momento anche in italiano) ha ancora meno ragioni di essere quello adatto al lavoro. Perché la storia è quella di Cheburashka, sorta di orsetto grazioso e innocente con orecchie da Topolino e vocina infantile; è lui che compare per primo nella trama ed è lui che la porta avanti, incontrando in seguito il già citato Gena. E la cosa assurda in tutto ciò è che due anni più tardi il regista Roman Kachanov (anche sceneggiatore qui, insieme a Eduard Uspenskiy) darà vita a un sequel dal titolo Cheburashka... nel quale Gena avrà un ruolo (leggermente) predominante. E la saga non finirà qui: altri due brevi film di animazione – come questo, figurine di in stop motion – seguiranno, testimoniando il successo dei personaggi e più in generale del lavoro di Kachanov e di Uspenskiy, che è l'autore del soggetto, ovvero il libro per ragazzi da cui la storia proviene. In questi venti minuti scarsi di durata osserviamo l'incontro tra i due personaggi già nominati, Cheburashka e Gena, e compare sulla scena anche la vecchietta di nome Shapoklyak, che tornerà nelle successive disavventure dei nostri; gradevole, animato con cura, a tratti spassoso (il coccodrillo che lavora allo zoo facendo... il coccodrillo, e alla chiusura dello zoo stacca e torna a casa è una trovata da sottolineare). 6,5/10.
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