Regia di Ron Clements, John Musker, Burny Mattinson, David Michener vedi scheda film
Forse non in molti sanno che all'origine di questo XXVI Classico Disney c'era una serie di libri per l'infanzia, Basil of Baker Street, scritta dall'autrice Eve Titus. Essendomi però del tutto ignota, con la sola esclusione del titolo, mi è impossibile una qualsivoglia riflessione o valutazione in merito alla trasposizione. L'impressione è quella di una mera libera ispirazione alla fonte, ma sarò costretto a limitarmi alle mie impressioni verso il film d'animazione in quanto tale, difettando della necessaria conoscenza della materia originale.
(Pur)troppo lontano dal poter essere annoverato fra i capolavori del suo genere, risulta comunque abbastanza piacevole e superiore alla media. L'idea di fondo è simpatica e omaggia con rispetto la creatura di Sir Arthur Conan Doyle, pur sempre infinitamente superiore. Sherlock Holmes e il dottor John Watson, oltre a essere più o meno esplicitamente citati all'interno della trama, divengono così due topolini, Basil e Topson rispettivamente. Al professor James Moriarty tocca invece la parte del sorcio Rattigan.
La storia è alquanto semplice, priva di grandi ambizioni e pregi. A reggere il gioco sono per fortuna i personaggi, in particolare i protagonisti. Ma ai più piccoli (e non solo) non mancherà di certo il gradimento verso altri più secondari, tipo il cane Ugo e la gatta Lucrezia. In sé, dunque, l'opera non andrebbe oltre il discreto. Eppure mi sento di premiarla ugualmente, perché sovente sottovalutata e in virtù del valore aggiunto grazie alle musiche di Henry Mancini, che si lasciano apprezzare.
A Londra, nel 1897, il mite topolino costruttore di giocattoli Flaversham viene rapito sotto gli occhi della figlioletta Olivia dal deforme Vampirello, agli ordini del cinico professor Rattigan, un ratto di fogna. Olivia, disperata, si reca con l'aiuto del dottor Topson a casa di Basil, il famoso investigatore al 221/B di Baker Street, per pregarlo di ritrovare suo padre.
Assai graziose e caratteristiche sono queste composizioni del maestro Henry Mancini. Da ascoltare.
Non saprei... è carino così.
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