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Spoonful of Sugar

Regia di Mercedes Bryce Morgan vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Spoonful of Sugar

di John_Nada1975
2 stelle

Il classico esempio di categoria cinematografica per cui si può dire "almeno la fotografia è bella".

Compendio se ve ne è uno, tra i tanti dell'horror contemporaneo che poi tanto horror non è, di solito veicolo morboso squilibrato su di una baby sitter sciroccata e perversa, studentessa universitaria sotto "terapia con gocce di LSD(!)" prescritta dal suo psichiatra nero, che si "prende cura" del pargolo psicopatico e autistico _che per allergie psicosomatiche e alimentate pure dalla madre ancora più psicopatica, và a giro solo con tuta e casco da austronauta della Nasa come David-, bambino che non parlava e comunicava prima della "nuova babysitter'' con nessuno, figlio di una coppia lei scrittrice di "libri sul come trovare la relazione perfetta", lui carpentiere muscoloso e perenne "montatore", ancora più disturbati in toto di Millicent, la predetta baby sitter sessualmente e non solo, perversa e squilibrata.

Ospite da sempre di case famiglia rette da uomini ergo maschi, anziani e interessati solo a leccargliela in quanto laidi sporcaccioni perversi, che poi ella uccide immancabilmente strozzando e accoltellandoli,  poiché "gli uomini sono tutti dei porci". Il tutto incasellato fra una scopata cinematica in media ogni cinque minuti, tra moglie e marito perversi che si strozzano mentre lo fanno e carpentiere sudato e palestrato con la più che provocatrice Millicent, pompini alla guida che quasi provocano l'investimento con l'auto dello stesso figlio sul vialetto della villa, finale all'insegna della ricomposizione familiare, all'insegna sempre del malato psicopatologico e assassino. 

Sorprese e vera tensione in tutta la storia ormai come quasi tutte le altre portata con più o meno solite variazioni, millanta volte sullo schermo? Nessuna, interesse per gli antipatici e verosimili personaggi che non paiono lavorare mai ma vivono in case da ricchissimi, come in uno spot pubblicitario venuto male di Lynch, ancora meno.

Una vera boiata del "nuovo horror," che poi indulge ben poco con lo splatter se non in qualche disgustosa scena di dita mozzate e mangiate indotta dalle allucinazioni dell'LSD, e di conigli morti scuoiati dalla testa ecc., poi seppelliti per non farsi mancare nulla della solita casistica da serial killer.I

Il tutto impaginato sempre in penombra e con una fotografia dai toni bui e colori bruciati, come perennemente autunnale, elegante, direttavda una donna delle sempre descritte come le temibilissime armate registiche femminee, del "nuovo horror" gineceico americano, in verità la solita summa da psichiatri come quello nero e inadeguato nel film, di qualche recondito trauma e/o supposto abuso in famiglia, o per violenza psicologica di qualche irrinunciabile "maschio bianco patriarcale stupratore".

Il solito film personale di conflitti, che non smuove nulla nello spettatore nè tantomeno quello che una volta era la "missione" vera dell'horror, ovvero di saper concretamente rielaborare in forma di metafora i conflitti veri nella società americana e non, senza trattarsi della solita stucchevole identità di genere e sopraffazione del maschio violento, rielaborata nei suoi confusi e sbalestrati personaggi.

Non stupirebbe se anche questa regista del suddetto, si vestisse da maschietto, ma non dovendo parlarne secondo ardite perifrasi semiologiche e peana ideologici al suo contenuto e "messaggio", in quanto recensore/i di una fu famosa rivista di genere, e di cui i caporedattori poi ne cureranno la successiva commercializzazione in BD/dvd, liberissimo/i di dire e in tutta verità, che trattasi invece di una "cagata pazzesca".

Una delle tante, di questo 2024.

 

John Nada

 

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