Regia di Luigi Capuano vedi scheda film
Che le spy story non siano pane per i denti di Capuano (dalla carriera trentennale, ma quasi esclusivamente autore di melodrammi partenpei e insulsi peplum), si può avvertire perfettamente già dalla prima scena del film: un uomo al volante di un'auto passa a tutta velocità un posto di blocco e, perso il controllo della vettura, rovina in maniera spettacolare in un burrone. Ecco: la sequenza dell'auto che precipita è falsa, artificiosa e in definitiva involontariamente comica, così come già si possono intuire i dialoghi grossolani e gli espedienti banalotti che la sceneggiatura (di Remigio Del Grosso) disseminerà lungo l'intero arco della trama della pellicola. L'uomo che muore nei primi secondi del film è inoltre il bravissimo e sfortunato caratterista Umberto D'Orsi, che non ebbe mai parti di primo piano nel nostro cinema e al quale anche in questa occasione viene riservata poco più che una comparsata. Nel cast compaiono due nomi interessanti (Giacomo Rossi Stuart e Marilù Tolo) e una miriade di sconosciuti, fra i quali l'esordiente protagonista, tale Peter Holden, meritevole di mantenere l'anonimato. A conti fatti, Perry Grant agente di ferro può risultare un lavoro appetibile solamente per i cultori del trash. 2/10.
Indagando su una massiccia contraffazione di dollari, un impavido agente Cia giunge in Italia, sulle tracce di un folle scienziato che vuole mettere in ginocchio il mondo con un improvviso blackout a sorpresa.
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