Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Basso budget,riprese con uno stile che rasenta lo sperimentale,un senso del ritmo cinematografico molto sviluppato,e alcune sequenze che si tramutano in pezzi di cinema da mandare a memoria per come costruiscono la tensione da scatenare poi.Danny Boyle,dopo l'ubriacatura americana torna in patria con questo film "piccolo",dichiaratamente debitore di tanti b-movies,con richiami a "L'esercito delle 12 scimmie" di Gilliam e le saghe dei morti viventi romeriane,con la differenza che questi mostri ex-umani non deambulano inesorabili ma lenti,corrono proprio,come forsennati.Con solo un paio di nomi celeberrimi nel cast,e in ruoli da comprimari(Brendan Gleeson,uno degli altri due sopravvissuti che incontrano i due protagonisti,e Christopher Eccleston,il capo dei militari),"28 giorni dopo" è uno scarno(anche sul piano della trama,spiegando il meno possibile) horror a sfondo scientifico,che nella prima parte,e in quella finale mantiene alta l'angoscia nello spettatore:come in altri film del genere fanta-apocalittico,la tesi è quella che afferma la bestialita',il peggio che l'umanita'puo'tirare fuori quando la Ragione è crollata del tutto,e il panico regna.Il film,in cento minuti o poco piu',ha modo di suscitare nello spettatore ripugnanza,speranza,orrore e inquietudine;e Boyle,accantonata la vena umoristica che c'era anche nel suo film piu'celebre,"Trainspotting",torna a far pensare che uno dei maggiori talenti cinematografici sorti in Gran Bretagna negli ultimi dieci anni è lui.
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