Regia di Nicola Rondolino vedi scheda film
Il primo lungometraggio di Nicola Rondolino (che è stato assistente di Calopresti, Mazzacurati e Tavarelli e ha realizzato alcuni cortometraggi) è curioso e insolito. Infatti, invece di rivolgersi al realismo generazionale che per lo più segna nel cinema italiano gli esordi nella regia, Rondolino e il co-sceneggiatore Luca Aimeri puntano con decisione sul genere, nella fattispecie noir. Tre punto sei infatti racconta la storia di quello che è rimasto della lunga amicizia tra Salvo e Dante, che un tempo erano innamorati della stessa donna e che si ritrovano dopo anni a fronteggiarsi nei panni, rispettivamente, di poliziotto e criminale. Il tutto nel quartiere torinese di San Salvario, centrale, multietnico e, si dice, pericoloso. L’ambientazione, l’uso e il senso degli spazi, il ritmo frastornato dal ricordo, sono gli elementi più rilevanti del film; Rondolino ha un occhio cinematografico istintivo e un gusto sicuro per il genere, con ricordi e rimandi più anglosassoni che francesi. Ma la storia è un po’ confusa, persino di più di quello che il noir, per sua natura, presuppone. Forse le avrebbe giovato una maggiore concentrazione sull’incubo personale che avvolge i due protagonisti.
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