Regia di Nicola Rondolino vedi scheda film
Insopportabile quest'esordio alla regia di Nicola Rondolino, un tempo assistente di autori talentosi ed accorti come Tavarelli e Calopresti. Ambiziosissimo ritratto di una Torino da quartiere dell'oggi italico dove si annidano immigrazione, violenza suburbana, droga e cosche para-mafiose (la città, a dirla tutta, si presta bene a storie di disarmo esistenziale), Rondolino traccia assieme a Luca Aimeri una sorta di noir poliziesco supponente ed involutamente noioso e sconnesso che ammicca ad un pubblico imprecisato tentando di rinnegare il televisivo e si bulla di esibire un andamento anni '70, dove i maschi sono tutti cattivoni, "machi" e vendicativi ma cedono di fronte all'amore di una bella donna, e l'amicizia è ancora quella virile di una volta. Film insopportabile, dicevamo, perchè gioca col torbido quando al più potrebbe giocare coi clichè, e cala un'aria a dir poco opprimentemente "sporca" ed insistita su scene madri che in fin dei conti non vanno da nessuna parte. Nessuna sorpresa, nessun piglio autoriale, finti tocchi di profondità per un film furbamente abile a mascherare povertà di mezzi e contenuti ma incapace di reggere questo mini-affresco per più di cinque minuti. E grande spreco di fotografia e facce interessanti. Che l'abbiano prodotto, checchè se ne dica, è più allucinante che coraggioso. Ridateci Muccino, allora. Il titolo si riferisce ad un tipo di droga chimica. Pensiamo sia più giusto (e meno pericoloso) pensarne come ad un voto.
(Francesco de Belvis, Roma)
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