Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Vecchio ma ancora godibilissimo filmone americano in bianco e nero, teso e avventuroso al punto giusto, con un trio di divi che gareggiano tra loro per fascino e bravura. L’azione si svolge a cavallo tra Spagna e Francia negli anni del franchismo, doloroso periodo storico, a parer mio troppo poco denunciato e sfruttato dalla cinematografia nel suo insieme. Lo stile narrativo è quello classico del cinema hollywoodiano anni ’60: buoni e cattivi tagliati con l’accetta, buona dose di colpetti di scena, ritmo sostenuto e dialoghi di sicuro effetto. Gregory Peck è l’eroe a tutto tondo, bravo come quasi sempre, ma poco credibile in veste spagnola. Anthony Quinn fa miglior figura nella parte del franchista duro e gradasso, ruolo che maneggia con indubbia destrezza. Ruolo cucito su misura per Omar Sharif, prete tormentato, costretto ad arrendersi di fronte alle complicità della chiesa cattolica con il regime di Franco. Ottima fotografia in bianco e nero e altrettanto pregiata ambientazione nella provincia francese e spagnola dell’epoca. Ogni particolare, in esterno e negli interni, è degno di nota, come è facile attendersi da un cineasta come Fred Zinnemann. Basti pensare alle scenografie del suo “Giulia” (1977). La colonna sonora curata da Maurice Jarre merita una citazione per il modo in cui, senza scegliere un tema conduttore si adatta alle singole situazioni da commentare. Breve ma apprezzabile partecipazione di Paolo Stoppa. Per un film americano di quei tempi, l’assenza del lieto fine è una sorpresa inattesa.
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