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Rebel Ridge

Regia di Jeremy Saulnier vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rebel Ridge

di axe
6 stelle

L'ex-marine Terry Richmond viaggia in bicicletta in direzione della cittadina di Shelby, trasportando un ingente quantitativo di denaro con l'intenzione di usarne una parte per pagare la cauzione del cugino Mike, detenuto per un reato di poco conto presso la locale prigione. Non ha tempo da perdere. E', infatti, imminente il trasferimento di Mike presso un penitenziario federale, luogo nel quale il giovane potrebbe essere aggredito in quanto in passato aveva testimoniato contro un criminale di spessore. Terry non riesce nel suo intento; ancor prima di giungere in città è fermato da una pattuglia della polizia cittadina, il personale della quale lo affronta con aggressività e gli sequestra la somma di denaro. Nonostante gli sforzi, Mike è collocato presso la prigione federale, con la peggior conseguenza possibile. Terry trova dunque una buona motivazione per indagare sul quanto meno anomalo comportamento delle locali forze dell'ordine, sotto il comando del "capo" Sandy Burnne. L'ex-soldato solleva il velo su un progetto criminoso sviluppato su ipocrisie e corruzione, ponendo in pericolo la propria vita e quella di Summer, sua unica amica nell'ambiente infido di Shelby. Diretto dallo statunitense Jeremy Saulnier e distribuito da Netflix, "Rebel Ridge" racconta la storia di Terry Richmond. Il protagonista, uomo educato ma schivo; giunge in un piccolo centro abitato - comunità chiusa, difficilmente penetrabile - con un passato ingombrante che non ha alcun interesse a pubblicizzare ed intenzioni del tutto innocue nei confronti della popolazione locale. Una lunga sequenza di ingiustizie stimola la sua reazione, particolarmente efficace, in quanto l'uomo è sottovalutato dai suoi avversari. Essa non è costituita da violenza devastante, bensì, dapprima, da un'intensa attività d'indagine volta a comprendere i motivi dell'aggressività della locale polizia; di seguito nello sventare i piani dei responsabili di un complotto che ha come scopo non l'arricchimento personale, bensì la conservazione di quel briciolo di potere che pur, nella comunità ristretta di Shelby, vuol dire molto. Gli agenti hanno necessità di denaro per pagare un debito contratto a causa di un loro intervento mal gestito; qualora non riuscissero, il corpo di polizia di Shelby sarebbe sciolto, il personale a spasso, il "capo" ridotto ad una nullità, senza più una truppa da comandare. La somma necessaria è accumulata sfruttando storture normative, con la complicità del magistrato locale, nel consapevole silenzio di ogni membro della comunità, ai danni di piccoli malviventi o gente non del posto. Al sistema si ribella solo la giovane Summer, ragazza-madre in cerca di riscatto, la quale, istintivamente, prova, ricambiata, simpatia per Terry e ne condivide le istanze. L'ex-marine è interpretato dal britannico Aaron Pierre; Summer McBride da Annasophia Robb; il "capo" Sandy Burnne dal versatile Don Johnson. Il ritmo è irregolare; la narrazione prende quota molto rapidamente per poi rallentare. Ho avuto la sensazione che gli sceneggiatori abbiano dovuto rispettare un "tempo minimo", che raggiungono ... dilatando le sequenze connesse ai dialoghi. Il racconto è inoltre segnato da varie illogicità. Sembra che la cittadina di Shelby sia una città-stato, ove la locale polizia abbia l'assoluto controllo e nessun altro possa intervenire; un qualcosa che avrebbe senso nel vecchio West, non ai giorni nostri. Inoltre, Terry ha possibilità di andare e venire più o meno liberamente. Potrebbe facilmente chiedere un aiuto per portare a termine la propria missione, ma non lo fa, preferendo porre in pericolo le vite propria e dell'alleata Summer. E' interessante la scelta dello sceneggiatore circa lo sviluppo del confronto tra le due parti; non con pura violenza, ma, principalmente, con stratagemmi, trattative, ricatto. Certo, gli scontri fisici non mancano. Ma nessuno, tra gli avversari di Terry, ci lascia la pelle; forse perchè, nonostante tutto, i "cattivi" sono poliziotti. E non sono neppure così cattivi, tranne un paio. Chi ha interesse nel rintracciare elementi dell'espressività "woke" all'interno di questo racconto, non rimane a bocca asciutta. Protagonista di colore, vittima di colore, alleati del protagonista stranieri o socialmente "in pericolo" (Summer), personaggi negativi "bianchi" e benestanti. Il personaggio di Terry è stato creato traendo ispirazione dal Jack Reacher di uno qualunque dei romanzi che lo vedono protagonista, scritti dal britannico Lee Child. I due personaggi di fantasia hanno in comune il vagabondare, l'avere un passato pregno di esperienza nell'esercito, l'essere uomini duri ed il non volerlo dare a vedere ... E l'incappare in poliziotti prepotenti e bulletti vari, abituati a fare i gradassi in un territorio ristretto. Quest'ultimo dettaglio ci ricorda, altresì, la storia del primo "Rambo". Il film è volto all'intrattenimento; è impossibile, tuttavia, non cogliere una critica verso il sistema giudiziario statunitense (non so quanto affine alla realtà, non conoscendola), strumento, a causa dei suoi arzigogoli, facilmente adattabile agli interessi di ricchi e potenti. "Rebel Ridge" è un film avvincente. L'ingiustizia patita dal protagonista nei primi minuti del racconto certamente coinvolge lo spettatore, il quale dovrà tenere alta la soglia d'attenzione per comprendere i motivi che spingono la polizia ad agire in una certa maniera. A fine visione può rimanere un po' d'amaro in bocca a causa dell'irregolarità del ritmo e dei buchi di trama ... Ma direi che le "promesse iniziali" siano state mantenute.

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