Regia di Majid Majidi vedi scheda film
Bel film iraniano di stampo neorealista (tanto per cambiare). Rispetto ai più illustri colleghi Majid Majidi forse non possiede lo struggente lirismo di Kiarostami, o la serrata urgenza di Farhadi, ma il suo film sa farsi apprezzare: forse un po' ingenuo nella sua poetica dei buoni sentimenti, ma anche sobrio e profondo, con alcuni momenti di vera grazia.
Bella l'ambientazione di tutta la prima parte, che descrive quel microcosmo che è il cantiere, apprezzabile anche lo spaccato sociale e il modo in cui sono trattate le questioni scottanti dell'integrazione femminile e dell'immigrazione.
Da vedere.
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