Regia di Camillo Bazzoni vedi scheda film
Da un soggetto del produttore Giovanni Addessi, un film italiano sulla mafia tra i meno stereotipati del periodo, che mette in risalto l’abilità di Bazzoni nel coniugare denuncia sociale e introspezione psicologica con una trama costruita in modo impeccabile. Le uniche ingenuità riguardano l’eccessiva onnipotenza con cui viene descritta l’organizzazione criminale. Finale intenso e amaro come da consuetudine, interpretazioni nella media (il più convincente è Silvano Tranquilli).
Avvincente ma non banale.
Di Carlo Rustichelli. Non male.
Poco.
Il più bravo, anche perchè aiutato dal ruolo dell'integerrimo commissario di polizia.
L'imprenditore in apparenza onestissimo e che alla fine si rivela il peggiore di tutti... In un ruolo del genere sarebbe stato meglio un attore con origini più siciliane.
La vedova di mafia che diventa l'amante del protagonista. Sobria e passionale come da copione.
Il protagonista che vorrebbe tagliare i ponti con il suo passato ma, da buon uomo d'onore, si rifiuta di collaborare con la giustizia. Non entusiasma ma se la cava.
Ottima prova macchiata da qualche ingenuità.
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