Regia di Andrea Forzano vedi scheda film
In una villa sul mare arrivano due ex ufficiali che vi soggiornarono qualche anno prima, durante la seconda guerra mondiale: uno tedesco e l'altro americano. Ora vi risiedono una contessa e un professore che, intuito di avere a che fare con due uomini facoltosi, decidono di tentare di raggirarli.
Pellegrini d'amore è la seconda delle tre pellicole dirette da Andrea Forzano fra il 1945 e il 1956; una commedia leggerina leggerina dallo stesso regista scritta e così pure montata. Nulla di eccezionale: un cinema ormai passato, troppo poco pungente per i 'tempi moderni' e vagamente apparentabile al neorealismo rosa; la storia è priva di particolarità, non molto originale insomma, e la tenuta della narrazione appena sufficiente. Gli unici elementi capaci di solleticare il pubblico sono insomma i nomi e i volti del cast, nel quale spicca naturalmente come principale attrazione la presenza della diciannovenne Sophia Scicolone, da pochi mesi passata al cognome che la renderà maggiormente celebre e cioè Loren. Al suo fianco troviamo poi Enrico Viarisio, Alda Mangini, Lauro Gazzolo, Charles Rutherford, Vich Dane e Giulio Calì; il reparto interpreti è ben assortito e funziona a dovere, ma rimane pur sempre al servizio di una trama esile e innocua. Un paio di anni più tardi Forzano chiuderà la sua carriera dietro la macchina da presa con Luciano Tajoli nel suo Il canto dell'emigrante (1956). 3/10.
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