Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film
Prodotto dalla premiata ditta Clooney-Soderbergh, "Welcome to Collinwood" è un remake, simpatico ed affettuoso ma abbastanza inutile e velleitario, de "I soliti ignoti". Magari un'operazione del genere può essere interessante (ma non so fino a che punto) per il pubblico americano, ma noi italiani, che abbiamo il capolavoro di Mario Monicelli profondamente impresso nel nostro dna, cosa diavolo dovremmo farci? Il paragone tra le due opere, manco a dirlo, è assolutamente improponibile ma non è nemmeno quello il problema: i registi e sceneggiatori Anthony e Joe Russo (abbastanza anonimi, quasi all'esordio con "Welcome to Collinwood", in seguito lavoreranno soprattutto in tv e realizzeranno per il grande schermo il modesto "Tu io e Dupree") scelgono di realizzare un remake abbastanza pedissequo (compresa la sincopata colonna sonora jazz, con l'aggiunta di due brani del nostro Paolo Conte), con l'unico, ovvio, espediente di trasporre l'azione dall'Italia degli anni '50 alla periferia di Cleveland (negli anni '70?), ma ottenendo così il risultato di adattare atmosfere e situazioni in maniera del tutto artificiale ed artificiosa. Il film, lento e macchinoso, arranca così faticosamente per buona parte della sua durata fino alla parte migliore e più movimentata, quella del tentativo di scasso finale, che finalmente riesce a strappare qualche sorriso. Comunque buono il cast ed evidente l'impegno profuso da Sam Rockwell, William H. Macy (che però a volte sembra dimenticare che il film è una commedia e non un dramma) e i comprimari Isaiah Washington e Michael Jeter (purtroppo scomparso prematuramente un anno dopo a soli 50 anni). Due stelle, non di più.
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