Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Poniamo subito questa condizione:" E.T.", che io pronuncio ETT, è un film per famiglie rivolto quasi esclusivamente ai bambini, in cui Spielberg ha riversato tutta la sua indole di sognatore che osserva il cielo nell'attesa che arrivi qualcuno o qualcosa con cui comunicare; il personaggio di Eliott è il suo alter ego nella pellicola e bisogna ammettere che il piccolo Thomas lo interpreta a dovere tratteggiandolo come un bambino sensibile e frustrato dalla pesante mancanza di una figura paterna, tanto è vero che si avverte la sofferenza per la difficile situazione famigliare nell'interpretazione meravigliosa di Dee Wallace nella parte dell'apprensiva madre che deve occuparsi di tre figli da crescere e che per gli ovvi impegni di lavoro non può seguire minuto per minuto.
Il quadro famgliare ci viene descritto con un tono che rasenta il "C'era una volta" e questo aspetto è fondamentale per capire che il film in questione vuole essere una favola a tutti gli effetti, ed è felicissima l'intuizione di dargli una venatura di nero in moltissime sequenze, come è altrettanto eccellente l'idea di stemperare quest'aura spettrale con delle situazioni tragicomiche viste dagli occhi di un bambino e per capire a cosa mi riferisco basta pensare alla descrizione dell'approciarsi di E.T. ad Eliott e di Eliott a E.T., così ricca di suspance e timore da parte di entrambi, in contropartita c'è la brillante idea di far muovere la creatura dello spazio all'interno della casa come un bambino lasciato solo dai genitori che rovista fra i cassetti in cerca di giochi proibiti: ci viene presentato come un bambolotto dall'intelligenza superiore che però è un perfetto pesce fuor d'acqua in quel mondo sconsciuto, esemplificativa è la scena in cui viene nascosto nell'armadio fra i pupazzi della sorellina e la madre ovviamente lo scambia per uno di essi.
Questa fusione perfetta di commedia e terrore pervade il film per i suoi primi due terzi ed ovviamente il suo rappresentante maggiore è proprio E.T., che Rambaldi ha creato con grande sapienza connotandolo di caratteristiche fisiche umane ma anche vagamente mostruose e ripugnanti, con lo scopo di suscitare nello spettatore la sensazione di repulsione ed attrazione verso questo esserino indifeso che rappresenta pur sempre il mistero dell'ignoto e del diverso.
La magia di E.T. però scaccia via ogni disgusto suscitato dal suo aspetto non proprio da Mr Universo, dato che in più di una sequenza salta fuori provocando le risate sincere dello spettatore, come quando lo si vede attraversare l'uscio della stanza con la sua andatura caracollante e il suo urlo gracchiante o nella bellissima sequenza della festa di Halloween in cui viene portato fuori dal suo nascondiglio travestito da fantasma nano.
Nel susseguirsi degli eventi c'è un elemento di disturbo sviluppato in maniera soffusa che però si avventa nel film come un cobra sul collo della sua preda al momento opportuno: i federali e gli scenziati.
L'uomo e il suo innato desiderio di sottomettere e soggiogare la paura nei confronti di ciò che non conosce emerge come un iceberg nella figura del gruppo di agenti federali che si è accorta dell'arrivo di una entità extraterrestre che ha perso l'autobus spaziale per tornare indietro fin dai suoi primi passi sul nostro pianeta e l'avvento di questi esseri senza scrupoli coincide con la presa di coscienza che Eliott ed E.T. sono ormai una cosa sola, in perfetta simbiosi: quando l'alieno si ammala lo stesso succede al bambino ed il film vira bruscamente verso il dramma più cupo, quando lo vidi in sala più o meno alla stessa età di Eliott avvertivo nell'aria la tristezza di tutti gli spettatori grandi e piccini che fossero, poichè il film in questa fase è veramente tetro ed inquietante, sembra che l'amicizia fra due figure così lontane e fragili non sia possibile in questo mondo, ma Spielberg è come detto un sognatore ed "E.T." è pur sempre una favola che punta a far scorrere lacrime di commozione e non di dolore, per cui evitando di raccontare il finale in cui John Williams sviolina a dovere con la sua bella ma melensa e pomposa partitura mi limiterò a dire che "E.T. L'Extraterrestre" è un film da vedere che gode della regia meravigliosa di Spielberg con più di una trovata geniale, ma che allo stesso tempo ha come un gusto insipido per questi tempi così difficili sul pianeta terra in cui facciamo fatica ad occuparci dei nostri problemi e non potremmo di certo sobbarcarci quelli di un esserino un pò distratto che ripete all'infinito "E.T. telefono casa".
Bravissima, e la trovo una donna molto affascinante.
Prometteva bene al tempo, ma non si rimane bambini tutta la vita, comunque bravo.
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