Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Era un'epoca così lontana, quella in cui uscivano film che la gente sentiva di "dover" vedere? Perchè, oggi è quasi complicato spiegarlo, ma "E.T." sollevò una tale ondata di interesse, di clamore, di emozione, che il pubblico fu copioso, incurante del freddo di Dicembre e Gennaio per fare la fila sui marciapiedi prospicienti le sale in cui proiettavano il film di Spielberg, e in molti casi, desideroso di tornare a vedere la pellicola dopo poco tempo. E' una delle magie del cinema, far sì che una persona decida di vedere un lungometraggio più e più volte, come un bambino che non si stanca mai di riascoltare una storia; e poi, sia questo che il precedente "Incontri ravvicinati", del quale "E.T." è una sorta di ideale prosecuzione-rielaborazione da un punto di vista opposto, sono le opere di un genio non buonista per forza, ma di una mente giovane proiettata in una speranza, che sia possibile un'amicizia interstellare, che un abbraccio tra esseri provenienti da mondi lontani possa esserci, e che per il tempo della proiezione ( ma anche dopo, è logico) si abbia modo di poter credere a un miracolo. Campionissimo di incassi, "E.T." è patrimonio collettivo, non crogiolo di buoni sentimenti di facile consumo, ma un crescendo cinematografico entusiasmante, che concede le emozioni con parsimonia inizialmente per giungere a un tripudio commovente che anche i più restii agli occhi umidi riconosceranno. Il saluto a un mondo strampalato che gli ha dato anche la caccia ( intelligentemente, Spielberg e gli sceneggiatori hanno scelto tuttavia una chiave quasi intimistica alla vicenda, considerate le proporzioni enormi del tema trattato) con l'affetto che una creaturina goffa e lontana da ogni canone di bellezza, ma di una tenerezza contagiosa, propaga intorno a sè lascia una sensazione di appagamento che strizza il cuore come si deve. Da far vedere a ogni bambino , anche quello che ognuno tiene nascosto dentro sè.
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