Regia di James Cameron vedi scheda film
James Cameron non reinventa la fantascienza; la apprende dagli altri e la fa propria. Notevoli sono la serenità e la nitidezza con cui egli coltiva gli elementi classici del genere, facendo in modo che essi, sullo schermo, risplendano di luce propria, rinunciando così a porre in evidenza il proprio tocco personale. Con uno squisito gusto narrativo, e senza inutili ambizioni, egli interpreta la passione umana per la sfida contro l'ignoto, nella sua doppia faccia di conquista del nuovo e di lotta contro il pericolo. In questa seconda puntata di Alien (che contiene, brillantemente amalgamato alla storia, il riassunto della precedente), la dimensione del conflitto si fa corale: tra spirito militaresco, competenze scientifiche e sensibilità psicologica, ognuno dei personaggi dà un proprio contributo alla difficile strategia collettiva, alla guerra da intraprendere contro una tragedia che si manifesta con i tipici aspetti della catastrofe e dell'orrore. La protagonista Ripley, ancora una volta, rappresenta la rabbia e la determinazione che si scagliano con violenza contro l'istinto malvagio e ottuso delle creature aliene. Lo spettacolo è quello epico dell'umanità che combatte strenuamente per la propria sopravvivenza, con la forza della disperazione al posto del coraggio, il senso della realtà al posto dell'eroismo, la salvezza al posto della gloria. L'estetica è quella della curiosità che scruta volentieri ogni dettaglio, fintanto che la vista è sopportabile, ma distoglie lo sguardo non appena la scena diventa troppo cruda. Quella di Cameron è una regia naturale, che è attentamente orientata allo spettatore, e riesce brillantemente a suscitare il suo interesse, senza mai scadere nel virtuosismo descrittivo.
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