Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Fra il 2002 e il 2003 Martin Scorsese produce una serie di 7 documentari sulla musica blues, suo autentico pallino insieme al rock dei sixties; fra questi lavori, tutti a differenti registi, è compreso anche L'anima di un uomo del tedesco Wim Wenders. Wenders spazia nelle vite e nelle leggende di tre bluesmen delle origini (Blind Willie Johnson, che figura anche in un'anomala parte di voce narrante esterna; J. B. Lenoir e Skip James), dimostrando il suo sincero apprezzamento e una conoscenza del genere assolutamente tutt'altro che superficiale; la struttura che conferisce al film alterna le immagini di repertorio (d'altronde non molte, vista anche la fama di nicchia dei personaggi in questione e la loro appartenenza a un'epoca in cui cineprese e macchine fotografiche non abbondavano) a ricostruzioni in puro stile fiction, fino a immagini tratte da concerti di artisti odierni che riprendono i brani dei tre citati bluesmen. Una specie di tributo, di cover album su pellicola, a cui prendono parte fra gli altri anche Nick Cave, Beck, Jon Spencer e la sua Blues explosion; il tutto mischiato alla parte documentaristica, che senza ombra di dubbio è però quella che meglio funziona nel complesso. Un prodotto interessante dal punto di vista delle informazioni contenute e altrettanto gustoso per le orecchie. 6/10.
Storia di tre grandi bluesmen di colore delle origini: Skip James, J. B. Lenoir e Blind Willie Johnson, e di come le loro composizioni e i loro stili abbiano influenzato le generazioni successive di musicisti.
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