Regia di Roberto Bianchi Montero, Albert T. Viola vedi scheda film
Le stranezze che l'uomo compie attorno al mondo possono essere ben più incredibili di quanto pensiamo, per quanto strane le possiamo pensare. In questo documentario andiamo a scoprire fino a che punto può spingersi l'umana follia in Europa, in estremo Oriente, nel cuore dell'Africa o in Sudamerica: travestitismo, nani che cantano il rock, donne cinesi che si fanno legare, guardoni che si aggirano nella notte, ma anche contrabbandieri, spogliarelliste e interventi chirurgici sui cani.
Visto oggi, questo Mondo balordo di balordo non ha poi un granché; siamo negli anni d'oro del mondo movie e tutti sognano di emulare lo straordinario successo di Jacopetti & soci con un budget minimo e tanta pura voglia di eccedere i limiti, montando materiale filmato nella maniera più eterogenea e proveniente da ogni angolo del mondo. L'etichetta di questo genere di pellicole le vuole pruriginose al limite del morboso (e molto peggio faranno negli anni Settanta e Ottanta i colleghi cineasti della seconda ondata del mondo movie, quando la censura sarà molto più permissiva), non importa quanto scellerate possano essere le sequenze messe sullo schermo e quanto grezzo o mentalmente chiuso possa essere il commento in voce off che sempre accompagna questo tipo di produzioni. In questo scenario si inserisce dunque Roberto Bianchi Montero e realizza un tris di titoli nel giro di un anno, tutti ugualmente dimenticabili (gli altri due sono Universo proibito e Africa sexy); Mondo balordo contiene le solite ovvietà – spogliarelli, omosessualità, voyeurismo – e propone anche qualche elemento non del tutto prevedibile come la caccia a un elefante da parte di alcuni indigeni africani o il paragone (che invecchierà malissimo) tra il rock and roll e il ballo della macumba. Da vedere c'è davvero poco e quel poco è palesemente ricostruito per l'occasione e tutt'altro che verista, documentario appunto come lo vorrebbe la natura del film. Il testo del commento è firmato da Guido Castaldo e Francesco Torti; curiosità: nell'edizione internazionale la voce narrante è quella di Boris Karloff; brevemente compare – nei panni di sé stesso – anche l'ex culturista Brad Harris, divenuto protagonista di svariati peplum. 2/10.
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