Regia di Graham Phillips, Parker Phillips vedi scheda film
Puramente di consumo, prodotto da intrattenimento e da naturale destinazione piattaforme opera seconda di un duo di fratelli registi, ben realizzato rispetto ad altri nella sua assurdità di trama, e densissima consistenza di clichè, esagerazioni assortite, immagini abbellite con fotografia ritoccata da preziosismi digitali, un buon protagonista e nemmeno tanto improbabile in Aaron Eckhart cinquantenne combattente di incontri di boxe a mani nude, clandestini e all'ultimo sangue.
Che ovviamente accetterà l'ultimo combattimento propostogli dalla cattivissima organizzatrice-ma non fino in fondo malvagia ovviamente poiché è nera- Baptiste, che potrebbe ucciderlo a causa di precedenti lesioni cerebrali, contro un gigantesco avversario che pare uscito da un cartone di "Ken il Guerriero", onde salvare la casa coloniale in cui è stato cresciuto da bambino e ragazzo, dalla sua buona madre adottiva e morente di cancro in clinica.
Una trama in pratica da "lacrima movie" pugilistico anni '70 come potevano fare gli italiani, realistico quanto un cinefumetto, ma che riesce a catturare in qualche modo l'interesse dello spettatore fino alla fine, facendo leva su problematiche sociali e immobiliari vere- e su alcuni personaggi di complemento con un certo rilievo di scrittura in un contesto totalmente irrealistico e "caricato" da videoclip come quello di Ritlchie Coster, ottimo caratterista sprecato però senza un vero sviluppo e parabola del suo carattere- nella "dustbelt" americana degli anni 2020 della crisi.
Bella Thorne nel suo ruolo più impegnativo fino ad ora, eccessiva come da contratto ipertuata e piercinata cartomante di una fiera rurale viaggiante alla "Carnival", ma il personaggio reale travalica quello di finzione e lo divora, per quanto riguarda la partecipazione dello spettatore.
John Nada
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